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Acqualagna

                                                                                 

Sorge lungo l'antica via Flaminia, a sud-ovest della gola del Furlo (35 km da Fano), nel punto dove il Burano confluisce nel Candigliano. Sullo sfondo, a nord-est, le ripide pendici dei monti Pietralata e Paganuccio, a sud-ovest, le cime appenniniche del Catria e del Nerone.
Citato come 'burgo aqualania' in una pergamena del 1292, nacque come piccolo centro di valle dell'antico castello di Monfalcone i cui ruderi sono ancora oggi visibili in località Castellaccia. Nel territorio è esistito anche l'abitato romano di Pitinum Mergens i cui resti sono tuttora in massima parte inesplorati. Più dei modesti edifici del moderno centro abitato, nota sede dell'annuale Fiera Nazionale del Tartufo, destano l'interesse del visitatore alcuni luoghi di culto sparsi nel territorio, primo fra tutti il nudo fabbricato della romanica abbazia di San Vincenzo al Furlo che è quanto oggi resta di uno dei più antichi cenobi benedettini marchigiani, già esistente nel 970. Prossimi alla chiesa sono i resti di un viadotto a grandi blocchi di pietra, con contrafforti di epoca augustea: viadotto facente parte delle sostruzioni dell'antica Flaminia. Altro luogo di culto da ricordare il santuario del Pelingo ove è custodita una tela ("Madonna del Rosario") di Girolamo Cialdieri. A Pietralata sorge un'antica torre di vedetta a pianta circolare, mentre a Farneta sopravvivono i resti di un fortilizio feltresco, insieme con la chiesa di San Giovanni (sec. XIV). Lungo la strada che da Acqualagna conduce a Piobbico e al passo appenninico di Bocca Serriola, si incontrano infine la chiesa della Madonna del Pietriccio con affreschi trecenteschi sotto il loggiato e, proseguendo oltre, la chiesa abbaziale di San Maria Nuova (già fiorente nel sec. XII) e il castello di Naro, antico possedimento della famiglia guelfa dei Siccardi, passato poi al clan ghibellino dei Mastini e infine (sec. XVI) alla famiglia Berardi.
Fra le ripide pareti di calcare dei monti Pietralata e Paganuccio si apre la spettacolare gola del Furlo, attraversata dalle acque del Candigliano e già punto strategico per il controllo della via Flaminia. Sul luogo è ancora percorribile la galleria fatta scavare nella roccia da Vespasiano (anno 79 d.C.), affiancata da una minore galleria d'epoca più antica.

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